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ASCOLI PICENO

Ascoli Piceno è un comune italiano di 47 853 abitanti e capoluogo di provincia, e rappresenta la regione Marche insieme ad Ancona, Pesaro e Macerata. Il suo centro storico è costruito quasi interamente in travertino e per la sua ricchezza artistica e architettonica è ricordato a volte tra i più belli d’Italia, così come la rinascimentale Piazza del Popolo.

Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri, inoltre è l’unica città delle Marche ad avere due teatri storici, il Ventidio Basso e il Filarmonici.

Le manifestazioni turistiche più rilevanti sono la celebre Giostra della Quintana che si svolge principalmente in due tornei cavallereschi medievali che si disputano nel periodo estivo, la manifestazione consiste nella sfilata di un corteo con circa millequattrocento figuranti in costumi d’epoca che precedono la dama e il cavaliere che disputerà il torneo cavalleresco. Questa manifestazione si rinnova dal 1955 senza interruzioni ed è basata su antichi statuti che risalgono al XIV secolo. La città è anche conosciuta per la famosa oliva ascolana, specialità gastronomica nata ad Ascoli Piceno e diffusa in tutto il territorio italiano e anche al di fuori dei confini nazionali.

LA STORIA

Detta “Città del travertino”, perché costruita quasi interamente con questa pietra di provenienza locale, Ascoli è altresì conosciuta come la “Città delle Cento Torri”, gentilizie o campanarie, sorte nel corso del temoi, di cui solo una parte è giunta fino a noi. Le torri erano quasi duecento, ma oltre la metà furono abbattute da Federico II, nel XIII secolo.

Oggi, la più famosa tra le superstiti è la Torre degli Ercolani, o del Palazzetto Longobardo, mentre, di quelle distrutte rimangono le vestigia nelle cosiddette case-torri, con monofore e portali semplici ma suggestivi.
Le origini della città sono avvolte nel mistero, ma è abbastanza sicuro che vi fosse la presenza umana già dall’età della pietra e che la zona fosse abitata già nell’epoca neolitica. Secondo una tradizione italica citata nella letteratura antica (Strabone, Plinio, Festo) la città venne fondata da un gruppo di Sabini, che vennero guidati da un picchio, uccello sacro a Marte, durante una delle loro migrazioni detta ver sacrum.

I Sabini si sarebbero fusi con altre popolazioni autoctone dando origine ai Piceni, che fondarono Ascoli diversi secoli prima della fondazione di Roma.
Nel 299 a.C. Ascoli si alleò con i Romani nel contesto della terza guerra sannitica e, dopo la Guerra Picentina, nel 269 a.C. divenne civitas foederata di Roma, mantenendo una certa autonomia. In età romana Ascoli divenne il centro principale del Piceno anche grazie alla sua posizione sulla via Salaria, che collegava le saline della foce del Tevere a quelle della costa adriatica. 

Nel 91 a.C. si ribellò a Roma insieme ad altre genti italiche e dette vita alla Guerra Sociale. Nell’89 a.C., dopo un lungo assedio, il generale romano Gneo Pompeo Strabone conquistò la città, trucidando i capi della rivolta e mandando in esilio parte dei suoi abitanti. Testimonianze archeologiche della ribellione di Ascoli contro i Romani sono le “ghiande missili”, proiettili in piombo che venivano scagliati dai frombolieri di entrambi gli schieramenti e che in alcuni casi recano iscrizioni, in particolare invettive contro l’avversario o incitazioni a colpire rivolte direttamente all’oggetto (feri, ovvero “colpisci”).
Con il finire della Guerra Sociale tutte le popolazioni dell’Italia ricevettero la cittadinanza romana, così nell’88 a.C. Ascoli fu iscritta alla Tribù Fabia e divenne un municipium. Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo, Ascoli parteggiò per il primo, sotto il quale nel 49 a.C. la città assunse definitivamente la denominazione Asculum Picenum.

Durante il secondo triumvirato la città ottenne il titolo onorifico di colonia triumvirale, evento forse da ricollegarsi al prestigio del generale ascolano Publio Ventidio Basso, partigiano di Marco Antonio che sconfisse i Parti e celebrò un trionfo. Ai tempi di Augusto, quando l’Italia fu suddivisa in 11 regioni, Ascoli fu iscritta alla quinta regione italica, il Piceno, di cui era uno dei principali centri. Durante la Tarda Antichità, in seguito alle riforme amministrative volute da Diocleziano e da Costantino, il territorio ascolano divenne parte del Picenum Suburcarium, una delle province che componevano la diocesi d’Italia. Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente Ascoli seguì il destino del resto d’Italia.

LA GEOGRAFIA

La città si trova nella parte meridionale della regione Marche e dista 28 km dal mare Adriatico. Il suo centro urbano sorge ad un’altitudine di 154 m s.l.m., nella zona di confluenza tra il fiume Tronto e il torrente Castellano, circondato per tre lati da montagne, tra cui vi sono la montagna dell’Ascensione, il colle San Marco e la montagna dei Fiori. Il suo territorio è contornato da due aree naturali protette: il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a sud e il parco nazionale dei Monti Sibillini a nord-ovest.

Il territorio di Ascoli Piceno è situato nella Valle del Tronto. A nord confina con i comuni di Venarotta, Rotella e Castignano, a est con Appignano del Tronto, Castel di Lama, Castorano e Colli del Tronto, a sud con Folignano, Maltignano e con i comuni abruzzesi di Ancarano, Sant’Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto e Valle Castellana, ad ovest con Acquasanta Terme e Roccafluvione.

LO STEMMA

Il simbolo che compare sullo stemma comunale della città di Ascoli si compone di porta a due fornici sovrastata dalla galleria merlata tra due torri.
Gli autori locali si sono diversamente espressi sul significato della rappresentazione contenuta nel campo dello scudo. Alcuni hanno considerato l’accostamento di questi elementi architettonici riferibile a una delle porte cittadine che si apriva nelle mura di cinta urbane medievali, altri hanno scritto che la composizione raffigurerebbe l’antico cassero che sorgeva dove si trova la Fortezza Pia, altri ancora hanno sostenuto che la struttura costituirebbe la sintesi della simbologia delle costruzioni più caratteristiche della città, quindi ponti, torri gentilizie e campanili.

ITINERARIO

LUOGHI DA VISITARE

PIAZZA DEL POPOLO

E’ una nota piazza in stile rinascimentale della città di Ascoli Piceno. Deve la sua denominazione al Palazzo dei Capitani del Popolo, uno dei principali edifici storici che, con la sua medioevale torre merlata, occupa la parte centrale del lato occidentale.
Lo storico Antonio Rodilossi la descrive come «una delle piazze più armoniose d’Italia, isola pedonale e cuore del centro storico». È spesso definita come il salotto cittadino, è il luogo simbolico per eccellenza della città, dove da sempre gli ascolani s’incontrano e passeggiano, ed ospita alcuni degli esercizi commerciali storici della città.
La sua importanza è dimostrata anche dal fatto di essere il teatro degli eventi legati alle due più importanti e famose manifestazioni cittadine: il Carnevale e la Quintana, oltre che dei principali spettacoli musicali e teatrali

PIAZZA ARRINGO

Piazza Arringo, detta anche piazza dell’Arengo, è la piazza monumentale più antica e di maggiori dimensioni della città di Ascoli Piceno.
Di forma rettangolare, la caratterizzano alcuni dei più importanti edifici cittadini, il palazzo dell’Arengo o palatium Aringhi, iniziato alla fine del XII secolo, principale edificio pubblico, il duomo di Sant’Emidio, il battistero di San Giovanni, il complesso del palazzo vescovile, con all’interno il museo diocesano, palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico.

IL FALLO DI SAN FRANCESCO

La più famosa delle alternative è che sia una pietra rappresentante un pene eretto, che fu apposta per ripicca da un muratore non soddisfatto del pagamento per il lavoro realizzato ad arte.

IL FORTE MALATESTA

Il forte Malatesta è un’opera  di difesa urbana della città di Ascoli Piceno. Edificato nei pressi delle sponde del Torrente castellano e del Cecco di Ascoli, passo obbligato per chi accedeva in città dalla zona est, è stato ricostruito sui resti di precedenti architetture erette nel corso dei secoli.

LA CHIESA DI SAN FRANCESCO

La Chiesa di San Francesco è tra i monumenti che, insieme al palazzo dei Capitani, allo storico Caffè Meletti ed ai palazzetti porticati, delimitano piazza del Popolo, di cui costituisce lo scenografico sfondo, cuore della città di Ascoli Piceno.
Antonio Rodilossi la descrive come uno dei più interessanti esempi italiani di architettura francescana, nonché la chiesa francescana più rappresentativa della regione Marche. Essa costituisce il centro di un complesso monumentale composto anche dai due chiostri annessi: il Chiostro Maggiore ed il Chiostro Minore.

CHIESA DI SANT’EMIDIO

La cattedrale di Sant’Emidio, duomo della città di Ascoli Piceno dedicato a Maria col titolo di “Madre di Dio”, e al suo patrono sant’Emidio, si trova in Piazza arrigo, e rappresenta insieme col Palazzo dell arrengo il centro della vita cittadina nel periodo comunale. Nel maggio 1857 papa Pio ix l’ha elevata alla dignità di basilica minore. 

LA RICETTA: LE OLIVE ALL’ASCOLANA

Le olive all’ascolana – Rappresentano una specialità gastronomica del territorio ascolano e sono uno dei piatti più rappresentativi del  Piceno. Si accompagnano spesso ad altre fritture come i  rustici, la carne, la verdura (il fritto misto all’ascolana prevede carciofi, zucchine e cotolette d’ agnello ) e la crema fritta. L’ascolano Benedetto Marini, a seguito delle sue ricerche, data la nascita della ricetta delle olive all’ascolana ripiene e fritte nell’anno  1800. Al tempo, i cuochi che prestavano servizio presso le famiglie della locale nobiltà, accordandosi tra loro, inventarono il ripieno delle olive per consumare le notevoli quantità e varietà di carni che avevano a disposizione, dovute alla maggiorazione delle regalie che gravavano sui contadini verso i loro padroni.

ANISETTA MELETTI

Anisetta Meletti – L’anisetta è un liquore a base di anice verde e il suo nome deriva proprio dalla pianta che ne è la principale aromatizzatrice. Questa varietà appartiene alla famiglia delle Apiaceae e produce semi il cui sapore è simile a quello del finocchio con un retrogusto di menta.
Si ottiene dalla lavorazione dell’aniciato che consiste nella distillazione dell’alcool con l’aggiunta di semi di anice che cedono, attraverso il rilascio degli oli essenziali, il loro sapore. Partendo da questa base di lavorazione, con ulteriori interventi e l’aggiunta di altri ingredienti, quali lo zucchero e altri aromi naturali, si produce il liquore. Nel sapore rassomiglia molto all’acquavite di anice, alla sambuca o al mistrà.

LE MANIFESTAZIONI

IL CARNEVALE – Il Carnevale ascolano inizia ogni anno con la festa di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio ed è caratterizzato dalla massiccia presenza e dalla partecipazione di moltissimi ascolani perché da sempre è un evento molto sentito da tutta la cittadinanza. Si tiene nei giorni del giovedì grasso, la domenica di carnevale ed il martedì grasso. In queste tre date, tra le altre numerose iniziative, spicca il Concorso dei Gruppi mascherati, la cui prima edizione si è tenuta nell’anno 1958.

Al termine della manifestazione sono annunciati i gruppi nominati, i cui componenti, il giorno della premiazione assistono alla apertura delle buste, all’interno delle quali sono custodite le classifiche finali e la nomina dei vincitori. Nella mattinata del Giovedì grasso, si tiene il Carnevale delle scuole in Piazza del Popolo alla presenza di Sua Maestà il Re del Carnevale Buonumor Favorito.

Cuore dell’evento diventa l’area cittadina di Piazza del Popolo che, abbellita da eleganti lampadari “fin de siecle”, si trasforma in una grande sala da ballo pronta ad accogliere ed ospitare tutti gli intervenuti. Tutta la zona che circonda la piazza e le strade del centro storico sono, inoltre, addobbate con altri lampadari policromi che, illuminando le vie, creano l’atmosfera di un fastoso teatro all’aperto. Ad Ascoli, il carnevale trova nel suo spirito giocoso la particolarità di coinvolgere tutti i presenti, sia mascherati o sia semplici spettatori. La città si popola di gruppi mascherati e di tante maschere singole, comunemente dette macchiette, che, con pochi mezzi e tanta inventiva, riescono a far vivere con ironia, arguzia e sagacia l’anima e l’essenza surreale della manifestazione, coinvolgendo nelle loro storie, nelle loro rappresentazioni e nei loro racconti anche i presenti che diventano parte integrante della loro mascherata.

LA QUINTANA – La Giostra della Quintana è una rievocazione storica di origine medievale con giostra equestre, che si tiene ad Ascoli Piceno. Vi partecipano i sei Sestieri della città: Piazzarola, Porta Maggiore, Porta Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla, Sant’Emidio.
Ci sono 2 edizioni della giostra, una a luglio e l’altra ad agosto. L’edizione di luglio è dedicata alla madonna della pace e si svolge la sera del secondo sabato di luglio, mentre l’altra nel pomeriggio della prima domenica di agosto in occasione della festa di sant’Emidio, patrono e primo vescovo storicamente attestato della città. Dal 1997 (dopo una precedente edizione nel 1993) è stabilmente svolta anche una seconda edizione, in onore della Madonna della Pace. L’intera manifestazione della Quintana si compone di vari eventi che hanno svolgimento a partire dal mese di giugno. 

In ordine cronologico sono: sestieri all’erta, il Giuramento dei Consoli, la Lettura del Bando (che viene effettuata per entrambe le edizioni della Giostra), il Palio degli Sbandieratori e Musici, il Saluto alla Madonna della Pace, la Giostra di luglio (corsa in onore della Madonna della Pace) preceduta dal corteo, il Palio degli Arcieri, l’Offerta dei Ceri, ed infine la Giostra di agosto (definita “della Tradizione”), anch’essa preceduta dallo stesso corteo che si svolge a luglio, in onore di sant’Emidio.
Per la città di Ascoli la Quintana rappresenta l’espressione e la sintesi delle tradizioni, della sua storia e dell’indissolubile legame al territorio ricordato dagli antichi patti di alleanza di cui alla Quintana se ne rievoca la memoria. La manifestazione è molto seguita e sentita da tutti gli ascolani che si preparano per questo evento durante tutto l’anno.

IL CORTEO – Lo sfarzoso corteo storico della Quintana, di dimensioni imponenti, è costituito da oltre 1.500 figuranti che sfilano indossando costumi ispirati al XV secolo, esso precede le due giostre e si muove con il passo cadenzato dell’antica arte militare, accompagnato per tutto il percorso della sfilata, dallo squillo delle chiarine, dal rullo dei tamburini e dagli sbandieratori che si esibiscono quasi ininterrottamente lungo il percorso di sfilata.
Partecipano le massime autorità cittadine, la Giunta Comunale ed il Sindaco che impersona il ruolo del Magnifico Messere, colui che un tempo era “il capo” della città stessa. Si aggiungono dame, damigelle, nobili, paggi, armigeri, musici, sbandieratori, arcieri, balestrieri, consoli ed altri personaggi appartenenti ai singoli sestieri. Sono presenti le rappresentanze delle Terre e dei Castelli del circondario ascolano che aderirono ai patti di alleanza con Ascoli.
I “quintanari” si distinguono per ruoli sociali e per appartenenza ai sestieri in base al colore dei loro abbigliamento. Ogni sestiere utilizza cromie diverse e la ricchezza ed i particolari degli abiti differenziano la posizione sociale nella realtà cittadina.
L’eleganza dei costumi trae origine dalle accurate rappresentazioni degli artisti che operarono ad Ascoli nel Quattrocento, primo fra tutti Carlo Crivelli. Alcuni degli abiti portano la firma di alcuni stilisti italiani molto noti come Pizzi, Guidetti e Martini. Insieme con i Palii, la gran parte dei costumi è conservata presso le sedi dei Sestieri, una piccola parte è nella sede dell’ufficio Quintana al piano terra del palazzo dell’Arengo, visitabile.
Alle 14.30 (le 19.30 a luglio), dopo che i figuranti si sono ammassati, la sfilata prende avvio da Piazza Ventidio Basso, verso cui giungono in sfilata dalle rispettive sedi i Sestieri, per dirigersi verso il Campo dei Giochi, percorrendo alcune delle strade più importanti del centro storico della città. 

I figuranti attraversano Via Cairoli, Via del Trivio, Corso Mazzini, Piazza del Popolo, Via Cino del Duca, Corso Trento e Trieste, piazza Arringo e Corso Vittorio Emanuele, fino a giungere, dopo un percorso di poco meno di 1,5 km, al Campo dei Giochi, dove essi effettuano un giro di campo fino ad attestarsi sul campo di gara.

La sfilata è aperta, come di consuetudine, dal Gruppo Comunale, nel personaggio del Capitano del Popolo, seguito dal gonfalone, dal Mossiere e dal Provveditore di Campo. Giunto in Piazza del Popolo, il corteo si ferma momentaneamente, mentre il portone del Palazzo dei Capitani si apre, per far uscire il Palio che verrà assegnato al vincitore; subito dopo si aggiungono al corteo il Magnifico Messere, gli Anziani, impersonati da alcuni assessori e consiglieri comunali in carica, i quattro nobili accompagnati da altrettante nobildonne in rappresentanza dei quattro quartieri in cui era suddivisa la città, secondo gli Statuti. Tali figure sino al 2016 erano sostituite da quelle di Sant’Orsola e della Maddalena, personaggi fedelmente ripresi da due polittici crivelleschi. Essi attendono l’arrivo della testa del corteo dall’interno del cortile. Una volta posizionati all’interno del corteo, questo riprende con i musici e gli armati del Gruppo Comunale. Successivamente seguono le delegazioni dei Castelli e delle Terre soggetti ad Ascoli, anche questi rappresentati dalle autorità in carica. Il primo a sfilare, dopo il Gruppo Comunale, è il castello di Arquata del Tronto, seguito dalle rappresentanze del circondario ascolano di Patrignone, Montemonaco, Monte San Pietrangeli, Castorano, Folignano, Acquasanta Terme (rappresentata dal castello di Quintodecimo), Porchia, Roccafluvione, Ripaberarda. Successivamente poi sfilano tutti i sestieri della città secondo l’ordine della classifica dell’ultima edizione della Giostra.