CASTIGNANO
Costruito sul più alto di cinque colli gemelli che sorgono tra l’alta valle del Tesino e la testata del torrente Chifenti, circondato da suggestivi calanchi scoscesi, Castignano appare con il suo profilo inconfondibile: un paese a forma di piramide, sostenuto da un colossale muraglione, dominato da una torre romanica dalla cuspide svettante.
Dalla piazza in cima al paese si gode di un magnifico panorama che spazia dal Conero ai Sibillini, al Gran Sasso, alla Maiella, fino al mare.

LE PRINCIPALI ATTRAZIONI
La Stele di Castignano Castignano ha il gran vanto di aver dato alla storia italiana il più remoto alfabeto italico fino a questo momento ritrovato. Esso è contenuto nella famosa “Stele di Castignano” rinvenuta in località Montecalvo nel 1890 è un masso di tufo che attualmente si trova nel museo Archeologico di Ascoli Piceno.
I museo d’arte sacra di Castignano Sede del Museo di Arte Sacra è la parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo del sec. XIV in elevata posizione, notevole sia per il portale in terracotta che per il rosone in travertino che adorna la facciata. All’interno il quattrocentesco affresco, di enormi dimensioni, che raffigura il Giudizio Universale e il bellissimo e prezioso reliquiario della Santa Croce in argento dorato che racchiude appunto una croce a doppia traversa con pietre preziose e filigrana, oltre a una scultura lignea raffigurante S. Pietro della seconda metà del sec. XIV. Nella cripta affreschi della scuola di Carlo e Vittore Crivelli.


IL CENTRO STORICO E I TEMPLARI

Il centro storico con le sue chiese romaniche, le case medioevali e rinascimentali le une addossate alle altre in un dedalo di vicoli stretti e tortuosi, si presenta come un museo all’aperto.
Quasi fuori dal tempo, conserva intatti i colori ed i sapori del passato, le storie di monache e frati, di soldati e tiranni, di invasori e lotte eroiche, di artisti, di artigiani, ma soprattutto dei Templari.
I Templari hanno operato a Castignano per moltissimi anni poichè il paese fu punto nodale di transito di pellegrini che da Roma si muovevano verso i porti di imbarco per la Terra Santa.
Essi eressero la Chiesa di Santa Maria del Borgo nel XII secolo che presenta, ancora oggi, la formella con il TAU al di sopra dell’arco di un portale. Tale simbolo della croce, in uso nel Medioevo, fu assunto dal loro Ordine Militare. Ad essi è dedicato il festival Templaria, che si svolge nel mesi di agosto.
L’ANICE DI CASTIGNANO
La città di Castignano è nota anche per la produzione dell’ anice verde per la quantità che ne veniva prodotta e soprattutto per la qualità che lo differenzia rispetto agli altri per la sua alta percentuale di essenza estratta e di anetolo Nelle Marche l’anice è molto diffuso e commercializzato con risultati positivi fin dal Settecento. Castignano un secolo dopo era uno dei produttori principali: il suo anice era conteso dalle aziende trasformatrici per l’alta resa in essenza (4,6%) e per l’eccezionale concentrazione di anetolo (94%). Noi l’abbiamo conosciuta attraverso l’Anisetta Rosati che è solo una delle filiere di questo straordinario prodotto che contempla anche l’Anisetta Meletti (che un tempo assorbiva quasi completamente la produzione), Pimpinella (Birra all’anice verde), e Mistrà (Terra dei Calanchi).

Ma con i suoi semi si realizzano anche piccole specialità di pasticceria come i confettini oppure sono straordinari per aromatizzare i cantucci. Per tutelarlo è nata un’associazione di produttori Anice Verde di Castignano (presidente Sergio Corradetti tel. 348 9827964) che ha registrato un marchio collettivo e soprattutto ne ha promosso la conservazione attraverso un gruppo di agricoltori custodi, che si occupano di mantenere inalterato l’ecotipo locale.
MANIFESTAZIONI
IL CARNEVALE STORICO

Il carnevale storico di Castignano è una delle feste carnevalesche delle Marche.
Simbolo del carnevale di Castignano sono li ”moccule”, cioé i moccoli, si trattano di semplici lampioni di piccole dimensioni e di tanti colori diversi.
Oggi la tradizione prevede che ci si ritrovi in Piazza Umberto I e al suono della Catubba ci si riunisce per la sfilata. Questa processione viene svolta con le luci dell’illuminazione pubblica spente cosi che siano proprio le fiamme di questi moccoli (lanterne colorate costruite dagli artigiani locali usando canne verdi e carta velina ) a dare vita a una scia di luce.

MIA!
Memoria · Identità · Ambiente